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"I'm brave but I'm chicken shit"

Carrefour e il mancato rispetto della persona

Barbara racconta una storia veramente vergognosa. Ma come caspita si fa a trattare così dei bambini? E la cosa più triste è che ormai il danno è fatto, non credo ci sia modo di “risarcire” un bimbo che è stato trattato in questo modo. Eppure basterebbe così poco per essere persone civili.


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Commenti

35 risposte a “Carrefour e il mancato rispetto della persona”

  1. Avatar Fabio
    Fabio

    Che schifo. Che schifo. Che schifo.

  2. […] a sapere dal blog di Andrea Beggi, che a Barbara è successa una spiacevole disavventura da […]

  3. Avatar Tex
    Tex

    Non ho parole. Ma non mi meraviglio, purtroppo.

  4. Avatar Barbara

    Ho letto e sono rimasta shockata , pazzesco e poi dovremmo essere un paese civile … ma per favore

  5. Avatar Lea
    Lea

    Lavoro in Carrefour (in sede, non presso un punto vendita): domani provvederò a segnalare questo episodio non appena arriverò in ufficio.

    Non so se si riuscirà a ottenere un qualche tipo di risarcimento..quantomeno MORALE, ma è giusto che chi di dovere sappia quello che succede.

    ciao

  6. Avatar xio
    xio

    Ho già commentato su quel blog.

    Mi ripeto:
    Secondo me , essendo il danno fatto, sarebbe opportuno dare una dura , chiara ed inquivocabile lezione.

    Non farò più la spesa da chi assume personale che ha così grosse deficenze (soprattutto nella mente, nel buon senso e nel buon gusto)!

    Ciao

  7. […] via Beggi e Pandemia, del terribile episodio accaduto a Barbara e a suo figlio (Email che fanno male). […]

  8. […] a sapere da Andrea Beggi la storia di Barbara e di suo figlio, trattati in maniera vergognosa da Carrefour ad […]

  9. Avatar camu

    Come ho scritto sul blog originale, ecco il motivo per cui me ne sono andato dall’Italia (o almeno uno dei tanti). L’educazione civica ed il rispetto reciproco sono scritti sulla carta igienica, in quel paese (non merita neppure la P maiuscola). Qui in America avrebbero già licenziato il Direttore della filiale, se fosse mai successa una cosa del genere. In Italia, i francesi di Carrefour non credo che faranno granché in merito, vogliamo scommettere?

  10. Avatar Irish Coffee

    come ho scritto da Barbara
    “non saremo mai umani finchè non avremo imparato a difenderci da noi stessi”
    i “diversi” sono quelli che non hanno umanità
    bacione

  11. Avatar Pier
    Pier

    La stupidita di chi si crede “furbo” non ha limiti.
    Dovrebbero vergognarsi di farsi vedere in giro

  12. Avatar skip

    Spero che questa triste vicenda abbia la risonanza che merita perchè nulla potrà risarcire quel bambino se non il vero rispetto della sua identità e dignità di persona.

  13. Avatar moltosugo
    moltosugo

    piena solidarietà alla mamma e al bimbo. credo che questi fatti debbano essere messi in maggiora luce, come quotidiani e telegiornali. purtroppo internet è un gran mezzo ma non alla portata di tutti.
    per camu: dico che in Italia fortunatamente ci sono anche tanti casi positivi, tali da farmi rendere orgoglioso del mio Paese (con la P maiuscola..). e credo che sia per quelli che preferiscono arrendersi (tipo fuggire via verso chissà quale “paese civile”) e non alzarsi le maniche che ci sono questi fatti..

  14. Avatar virus1973

    Vergognosi. Purtroppo capitano cose simili ormai ovunque … e non mi vengano poi a parlare di pubblico impiego o di privato perchè è veramente una guerra tra perdenti. Il problema è che sempre più grande l’inciviltà e la maleducazione in qualsiasi strato sociale e settore lavorativo e non. Tristezza 🙁

  15. Avatar Luca

    Onestamente non credo che Carrefour abbia tra le linee guida la discriminazione, si tratta di due cretini, e spero tanto che non siano due collaboratori a tempo indeterminato, perchè qualcuno che li difende lo trovano di sicuro.
    ps alla ragazza con la maglietta consiglierei un bel lavoro dove si sta con la bocca chiusa

  16. Avatar Luca
    Luca

    VERGOGNA ! ! !
    carrefur non mi avrà più come cliente
    Luca

  17. Avatar claudio

    Dopo aver letto un post così drammatico, indicato dal solito Andrea Beggi, mi vengono naturali dei pensieri sparsi.
    Queste idee non scaturiscono direttamente dalla disavventura accaduta ma principalmente dai commenti che inneggiano ad una fantomatica giustizia necessaria.

    Ci sono delle situazioni che sono molto difficili di base.
    Ci sono delle persone maleducate e arroganti.
    Ci sono luoghi dove la persona non conta.
    La sommatoria e’ esplosiva.

    Questa è una doverosa premessa non per giustificare qualcosa, ma per sottolineare che l’umanità non ha posto in determinati luoghi.
    Ci sono volontà collettive per essere presi a pesci in faccia.

    Sono praticamente vent’anni che faccio notare, spesso anche lo scrivo, che in Italia vi sono luoghi dove la persona perde ogni dignità e viene presa per un bipede idiota da calpestare.
    Ovviamente i più deboli vengono calpestati meglio.

    Una di queste realtà è il centro commerciale ove persone di qualsiasi caratteristica vengono spogliate di dignità e trattate come emeriti idioti. Questo avviene quotidianamente attraverso prodotti civetta, gestione allegra della salute, interpretazione della legislazione quantomeno bizzarra, lavoratori zombificati, vendita di apparecchi taroccati, vendita di prodotti rigenerati come fossero nuovi.

    Tutte queste cose, ovviamente non riferite ad un singolo specifico marchio o catena, raccontano che in tali luoghi non esiste il cliente ma esiste una nuova figura: il consumatore. Quest’ultimo è un oggetto da spremere come un limone avendo come obiettivo il massimo profitto col minimo costo, ed in tale ottica tutti i servizi risulteranno scadenti qualitativamente parlando. Per il consumato, il limone assai schiacciato, non esiste neppure la giustificazione del prezzo per essere trattati in tal modo, come dicono alcune ricerche non “sovvenzionate” in cui si evidenzia nel luoghi in cui il commercio è gestito principalmente da tali entità il costo non è conveniente tout court.

    Per condensare il mio farneticare potrei riassumere in codesta maniera:
    è maledettamente vergognoso ciò che è capitato come sono gravi altre violenze che accadono in quel tipo di luogo. Trovo quindi molto brutto ciò che è capitato ma non mi meraviglia.
    Anzi.

    Così come non mi meraviglierebbe se una situazione analoga capitasse in una bettola portuale ricolma di ubriaconi.

    Forse sarebbe il caso di darsi una svegliata per scoprire che il veleno in vendita a 10cm da detersivo e biscotti, a 10m da biciclette appoggiate sopra salumi…. non è il massimo se chi le propone non ha neppure una faccia, umana, da difendere….

  18. Avatar steo

    eccone un’altro di bell’esempio di rispetto della persona…
    soprattutto quando i difensori dell’ordine sono gli aggressori…
    http://www.carta.org/campagne/migranti/rom+e+sinti/14881

  19. Avatar Sandra

    Purtroppo come hai detto tu il danno é fatto e al bimbo non può essere risarcito per il dolore subito.
    Come scrive Camu il fatto nel nostro paese non sarà punito perché la violenza psicologica e l’insensibilità dimostrate da quegli individui sono un’abitudine comune in luoghi come quello.
    LE realtà di quartiere , l’umanità dei piccoli negozi non potrà mai essere raggiunta dai ‘megastore’.
    Viene voglia di partire anche a me.
    Nausea e disgusto

  20. Avatar Picchiatello
    Picchiatello

    “carrefour sembra abbia risposto ufficialmente”

    Mi sembra piu’ che altro ( mami sembra e’) : noi la nostra parte l’abbiamo fatta, vi abbiamo fatto anche il piacere di avere cars ( cosa volete oltre ?) , la signora forse si e’ inventata tutto , ma noi siamo talmente superiori che indagheremo.
    Il tocco finale lo da con quel “valori” finale che tipo di valori ? e’ talmente generico che potrebbe ispirarsi anche alla Banda Bassotti tanto per rimanere in tema.

  21. […] proprio ora da Andrea , che Barbara ha avuto un’avventura tremenda. A lei va la mia […]

  22. Avatar homeworker

    In effetti la storia dovrebbe (anche) andare in tv al posto delle mediocrità che ci propinano quotidianamente. Nel mio piccolo ho linkato la pagina con la storia.

    E “persone” del genere dovrebbero perdere il lavoro e il diritto alla pensione, soldi inutili per mantenere questi tizi…

  23. Blogger e responsabilità….

    Internet è uno strumento potentissimo. La gente lo usa per discutere, mantenere i contatti, comunicare sentimenti ed emozioni. I più giovani vanno anche oltre, riuscendo a fare di internet il loro modo di vivere. Sono i figli di Youtube, dei blog, de…

  24. Avatar DAG

    Mi chiedo: “L’evento chi l’ha organizzato? Carrefour?”…

    Mi risponde (indirettamente) Enrico Bianchessi (http://pr-blues.blogspot.com/2008/09/carrefour-considerazioni-freddo-crisis.html): Idtime.

    Allora mi spiegate perché ce l’hanno tutti con Carrefour?

    Avete mai organizzato una festa? Affittando un locale e chiamando un servizio di catering indipendente? Io si.

    Personalmente penso che se nel corso della festa di cui sopra un dipendente del servizio di catering avesse offeso un invitato, non avrei denunciato il proprietario della villa, ma il proprietario della società di catering.

    Ma, come è logico che sia, chi non sa sparare preferisce avere un bersaglio grande da colpire… Di fronte ad un bersaglio piccolo, non solo non farebbe centro, ma probabilmente farebbe una cilecca completa.

    PS: per coloro non mettono malizia in quello che fanno (e scrivono): imparate a guardare il mondo cambiando il punto di osservazione: in questo modo non rischiate di diventare i soliti pecoroni che seguono “la massa” fino a cadere in un precipizio.

  25. Avatar Andrea

    DAG, il tuo artificio dialettico, di cui al momento mi perdonerai di non ricordare il nome, è, appunto, solo un artificio dialettico.
    Se non riesci a capire il punto non è colpa mia, e soprattutto non ho voglia di spiegartelo.

  26. Avatar Andrea

    E poi ti contraddici anche: il bersaglio grosso è Walt Disney, allora, non Carrefour.

  27. Avatar Enrico P.

    Concordo con chi dice che la colpa non è completamente del centro commerciale ma purtroppo secondo me la colpa non è neanche del fotografo o dei bambini che insultano, la colpa è di una società che “crede” di essersi civilizzata col passare dei secoli e nell’ultimo soprattutto ed invece siamo ancora molto, molto indietro. Per fortuna non buttiamo più giù da una rupe i bambini che hanno qualche disfunzione ma riusciamo comunque a provocare dolore con le sole nostre parole. Mio padre mi diceva “conta fino a dieci prima di parlare”….io non sopportavo questa frase ma oggi, dopo qualche decennio capisco che se qualcuno la adottasse sarebbe meglio.

  28. […] Pubblicato da OScar su Settembre 15, 2008 La storia di Barbara fa capire quanto insensibili e stupide possano essere certe persone. [Via] […]

  29. Avatar Stefania
    Stefania

    Io sono una mamma…e se avessi assistito ad una cosa simile come prima cosa avrei reagito io al suo posto!!!!! possibile che nessuno abbia detto o fatto qualcosa???? ma tutti i genitori in fila non hanno risposto per le rime a quella sottospecie di troglodita del fotografo? non posso credere a questo non posso davvero crederci…sono basita!!!! vergogna a tutti quelli presenti in quel momento chiunque fossero!