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"I'm brave but I'm chicken shit"

La tristezza dei tasti

BlocScor. Ogni tanto lo guardo, e lo compatisco un po’. BlocScor è uno di quei tasti che non usi mai, non sai a cosa serve, ti chiedi perché debba star lì a sprecare spazio sulla tua bella tastiera;  se hai un portatile, poi, non ha neppure la dignità di un posto tutto suo: deve abitare nello scantinato di un altro tasto e ci arrivi solo se premi “Fn”.

Che poi BlocScor non è neppure il più sfigato: almeno in Excel o su linux ha un qualche (in)utilizzo. Ha perfino una lucetta. Tu lo premi e si accende una luce sulla tua tastiera. Ecco, forse serve a quello: illuminare la tua tastiera quando lei si sente giù. L’unica funzione seria che gli rimane è lontana dai lustrini e dal chiasso delle animazioni Flash: in sala server spesso si usa per attivare le funzioni di uno switch KVM che permette di collegare una solta tastiera, monitor e mouse a diversi computer.

No, non è BlocScor il più triste ed inutile dei tasti. Il punto più basso della dignità tastierica, il paria, la vestigia di una vecchia gloria, è appannaggio di RSist. RSist (o SysReq), come recita impietosa la documentazione tecnica, “has no standard use“. E’ letteralmente un fantasma di un passato in cui si usavano terminali chiamati IBM 3270. E’ talmente sfigato che un eventuale programmatore che lo volesse usare deve addirittura utilizzare metodi diversi rispetto ai soliti, perché il BIOS del vostro computer non lo tratta come gli altri e ne ignora la pressione, se non in reconditi recessi che vorrebbe dimenticare.

Ecco, RSist se ne sta lì, imbruttito, inattivo, inutile. Passa le sue giornate a bere birra sbracato davanti al monitor, mantenuto dal lavoro degli altri tasti che lo odiano, quel parassita maledetto. Si arrovella nel ricordo di un passato di splendore e attività che non tornerà mai più.

Io, se scrivessi un software, un qualche uso per RSist lo troverei. Una particina, un cameo, una comparsata: qualcosa per restituirgli la fiducia in sé stesso e permettergli di trascorrere la sua vecchiaia più serenamente, povero tasto.


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Commenti

20 risposte a “La tristezza dei tasti”

  1. Avatar Francesco

    Ma no Andrea! SysReq è magico. Quando tutto il resto non funziona, quando il mondo software ha alzato le mani incapase di andare oltre ma c’è ancora vita ecco che quel tasto magicamente aiuta, magari anche solo per creare un crash dump (e non mi pare ne’ poco ne’ inutile)

    Poi lo usi di tanto in tanto per mandare un BREAK (io ho ancora il PC con la seriale, non credo che potrei passare ad oggetti basati su USB… :-))

    E poi gli puoi far fare tante cose simpatiche: sysrq-trigger è tuo amico no?

    Ciao, f.

  2. Avatar Giovanni

    RSist è fondamentale per riavviare un sistema Linux bloccato, premendo in sequenza R, E, I, S, U, B insieme ad ALT e RSist, appunto.

  3. Avatar Mitì

    Anche i tasti hanno un’anima.

  4. Avatar Franto
    Franto

    e l’apoteosi della malinconia è che in un articolo dedicato a loro c’è la foto di altri tasti… 🙂

  5. Avatar Clockwise

    Superiore, as usually. [Stamp]

  6. Avatar byb

    in molte tastiere non viene riciclato come Print Screen?

  7. Andrea Beggi » La tristezza dei tasti…

    Andrea Beggi » La tristezza dei tasti. ROTFL. Semplicemente geniale…….

  8. Avatar nastja

    anche i tasti piangono

  9. Avatar Nicola
    Nicola

    Ti posso dire almeno centinaia di volte in cui ho brutalmente chiuso la mia sessione con alt+sysrq+k, o le volte in cui ho riavviato con il reisub.

    Forse effettivamente non ha un’anima come tasto, è come il soldato imperturbabile che arriva e esegue gli ordini quando tutto il resto del battaglione pc ha deciso di andare a cazzi…

    “Soldato, pensaci tu e killa tutto”
    “Yessir”.

  10. Avatar Daniela
    Daniela

    Deliziosa questa tua riflessione!

  11. Avatar Andrea
    Andrea

    in effetti mi sono accorto solo ora di questo tasto….. 🙂

  12. […] un bel post di beggi mi ricordava come l’evoluzione di certi strumenti quotidiani assomigli […]

  13. […] – La tristezza dei tasti, di Andrea Beggi […]

  14. […] post che merita di Andrea Beggi. La solitudine dei tasti meno usati delle nostre tastiere. Poesia… per quanto possa essere poetico […]

  15. Avatar Xavi Bucc
    Xavi Bucc

    veramente originale, cercavo prpio un racconto sulal solitudine e tristezza

  16. Avatar petrux
    petrux

    Impietosito dalla lettura ho cambiato le shortcuts della mia Ubuntu 10.04 e ho associato a CTRL + R Sist l’apertura di un nuovo terminale. 🙂

  17. Avatar Marco Motta

    ma come!!! c’è greenshot che alla sua pressione avvia gli assi cartesiani pronti per uno screenshot dello schermo; i programmatori impietositi l’avranno fatto apposta 🙂